Habitat
I pesciolini d’argento sono piuttosto comuni nelle dimore umane. Si trovano spesso, fra l’altro, dietro i quadri, sotto i frigoriferi, nei bagni ben riscaldati, nelle fessure e nelle crepe delle tegole. Prediligono ambienti umidi e bui come le cantine.
Comportamento
Possono essere talvolta confusi con un’altra specie con abitudini e aspetto molto simili, la Thermobia domestica, che però preferisce ambienti più caldi, come forni di panetterie. Può restare senza cibo per mesi senza soffrirne.
Biologia
Per tutto il processo dell’accoppiamento, il maschio e la femmina corrono tutt’in giro. Il maschio depone una spermatofora, una capsula di seme coperta da filamenti simili a quelli di una ragnatela o di un bozzolo. La femmina trova la capsula e la raccoglie, dando luogo a una “inseminazione indiretta”. A seconda delle condizioni di vita, diventa completamente adulto in un tempo variabile fra quattro mesi e tre anni. A temperatura ambiente (21-23 °C) diventa adulto entro un anno. Può vivere da due a otto anni, e può mutare fino a circa otto volte in tutto e fino a circa quattro volte in un anno. A una temperatura compresa fra 25 e 30°C, la femmina depone circa un centinaio di uova, preferibilmente in ambienti riparati come fessure o crepe. I pesciolini d’argento non possono riprodursi in ambienti freddi e secchi.
Alimentazione
Il cibo preferito sono le sostanze che contengono amido o polisaccaridi come la destrina usata negli adesivi: l’insetto ama quindi la colla e derivati latticini zuccherini, le legature dei libri, le foto, i francobolli, lo zucchero, i capelli, la forfora e la polvere. Non disdegna neppure cotone, lino, seta, insetti morti o persino la sua stessa pelle persa durante la muta. In caso non trovi altro cibo, il pesciolino d’argento può arrivare a rovinare capi in pelle (cinture, scarpe) o indumenti in fibra sintetica.
Danni economici
Nutrendosi di substrati come i libri e le foto, possono causare gravi danni soprattutto nelle biblioteche, nei musei e negli archivi di documenti, dove possono alimentarsi rovinando scritti storici, opere artistiche, libri e manufatti antichi.